Dead Rising 2: Off the Record - la recensione

Leggi su Gamesblog la recensione di Dead Rising 2: Off the Record.
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Dead Rising è stato probabilmente una delle esclusive più apprezzate per Xbox 360, almeno tra quelle arrivate sul mercato nell’ormai lontano 2006: pur portandosi dietro degli evidenti difetti, il titolo Capcom riuscì infatti a divertire il grande pubblico, portando sugli schermi un genere ormai abbastanza inflazionato anche nel genere videoludico come quello legato agli zombie.

Ben voluto fu di certo anche il suo protagonista Frank West, lanciato in quel di Willamette e del suo centro commerciale per investigare sull’invasione di non-morti in atto: proprio per questo suonò alquanto strano per molti l’annuncio relativo a Dead Rising 2, in cui come sappiamo non è più apparso il nostro caro Frank, per fare spazio a un nuovo tipo di protagonista, con un diverso tipo di storia e delle meccaniche di gioco leggermente variate. Arrivato poco più di un anno fa sulla piazza, il sequel di Dead Rising ha saputo comunque farsi apprezzare, lasciando allo stesso tempo che molte persone chiedessero a gran voce un ritorno del protagonista del primo capitolo della serie.

Annusato l’odore dell’affare e dei soldi, Capcom ha poi annunciato Dead Rising 2: Off the Record, una sorta di Dead Rising 2 riveduto e corretto per inserire al suo interno proprio Frank West, dando così il benservito a Chuck Greene e a sua figlia rintroducendo alcuni elementi del primo capitolo della serie. Non un’espansione, non un DLC e non un sequel quindi, ma un’operazione a doppio taglio che ha portato Off the Record ad arrivare proprio pochi giorni fa sul mercato, come il suo predecessore in versione multipiattaforma su PC, PlayStation 3 e Xbox 360: noi di Gamesblog abbiamo preso proprio quella relativa alla console Microsoft per vedere cosa ha deciso di darci in pasto Capcom.

Come probabilmente saprete, negli scorsi mesi si è dibattuto ampiamente su quanto realizzato da Capcom per Dead Rising 2: Off the Record: da un lato c’era infatti il team di sviluppo, impegnato costantemente a dimostrare quanto il nuovo progetto non fosse un mero copia e incolla di quello precedente, e dall’altro c’era chi invece si chiedeva cosa avrebbe potuto realmente offrire questo nuovo titolo, soprattutto al punto da poter giustificare un prezzo che fosse sì “quasi budget”, ma anche “quasi pieno”. Dal punto di vista narrativo, Off the Record è una sorta di negazione del Dead Rising 2 originale, visto e considerato che è ora Frank West a tornare all’opera in quel di Fortune City: il personaggio del primo capitolo si ritrova infatti di nuovo nella mischia zombie dopo aver letteralmente buttato alle ortiche il successo e la fama ottenuti grazie alla sua azione a Willamette

Chuck Greene diventa quindi solo un ricordo, in grado di lasciare ovviamente spiazzati dal punto di vista della trama. Contrariamente a quanto si possa pensare infatti, le storie di Frank e Chuck non sono due modi diversi di raccontare e di vedere una sola vicenda, ma di fatto costituiscono inesorabilmente l’una l’alternativa dell’altra. Il nostro caro West ripercorre infatti la stragrande maggioranza dei luoghi già solcati da Greene alla stessa maniera, introducendo ovviamente nuovi elementi narrativi anche grazie alle scene d’intermezzo messe a punto dal team di sviluppo per raccontare la storia con un differente protagonista.

Dead Rising 2: Off the Record - galleria immagini

Dead Rising 2.1

Per quanto riguarda il gameplay nudo e crudo, sono sicuramente molte le analogie tra Dead Rising 2 e Off the Record, anche se col passare del tempo ci si rende conto di come il team con base a Vancouver abbia effettivamente svolto un lavoro che può essere ritenuto al di là della semplice “lavata di viso”: molti luoghi come già detto sono gli stessi, ma fortunatamente riveduti e ripopolati per fare in modo che risultino “nuovi” anche per chi ha avuto modo di giocare nei panni di Chuck. Intento portato a termine solo parzialmente, visto che la sensazione di dejavù spesso fatica ad andare via. Tra i vari ambienti in cui ci ritroviamo ad aggirarci possiamo comunque contare anche sulla nuova area Uranus Zone, una sorta di parco divertimenti presente all’interno di Fortune City.

Parlando delle meccaniche di gioco, era sicuramente impossibile pensare a un ritorno di Frank West senza la sua inseparabile macchina fotografica, già vista nel primo Dead Rising e reintrodotta anche in questa occasione come parte integrante del gioco: a seconda della bontà della foto scattata, è infatti possibile ottenere bonus esperienza, spingendo così il giocatore a tentare di prendere la reflex nel bel mezzo della lotta per darsi da fare con le proprie doti di fotografo. Un’operazione del genere comporta ovviamente che la morte del personaggio sia dietro l’angolo, ma possiamo dire che anche tale avvenimento fa parte nel gioco in Dead Rising, dove sicuramente non si percepisce come principale il concetto di sopravvivenza di un Resident Evil, ma piuttosto quello di provare a divertirsi insieme ai nostri cari zombie: la macchina fotografica resta sicuramente uno dei modi principali, anche se i controlli del gioco non aiutano completamente.

Un’ulteriore analogia tra Frank e Chuck è costituita dallo Zombrex, il medicinale che serve a mantenersi in vita senza aver fame di cervelli: se nella versione originale di Dead Rising 2 era la figlia del protagonista ad aver bisogno di questo antidoto, in Off the Record è lo stesso Frank che deve preoccuparsi di assumerlo, senza essere quindi costretto a tornare ogni volta presso un luogo specifico. Un cambiamento marginale quindi, che di fatto aggiunge ben poco alle meccaniche di Dead Rising 2.

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Più Sandbox per tutti

Dopo l’uscita del secondo capitolo l’anno scorso, insieme protagonista originale da molti è stata rimpianta anche la modalità sandbox vista nel primo capitolo: Capcom ha prontamente provveduto a reintrodurla, togliendo anche qualsiasi limitazione relativa al suo sblocco dopo il raggiungimento di particolari obiettivi. Anzi, è possibile sfruttarla per andare avanti anche all’interno del filone principale, visto che i risultati ottenuti in sandbox vanno furbescamente a influenzare l’abilità di Frank West dall’altro lato. Stesso discorso per il sistema di salvataggi, simile a quello di Dead Rising 2 ma intercambiabile tra le due modalità campagna e sandbox. Il prezzo dell’introduzione della sandbox e di Frank West è inspiegabilmente la rimozione della modalità competitiva online, legata nel gioco dedicato a Chuck Greene allo show televisivo “Terror is Reality” e contestualizzata con l’esigenza del protagonista di partecipare per ricavare i soldi necessari all’acquisto di Zombrex per la propria figlia. Tale componente per il gioco online è completamente scomparsa, lasciando spazio alla sola modalità cooperativa di stampo classico, nella quale è possibile ospitare un altro giocatore all’interno della propria partita.

Come dicevamo, gran parte degli elementi di Off the Record rimane quella di Dead Rising 2, anche dal punto di vista tecnico: il comparto grafico resta infatti lo stesso coi suoi pregi e i suoi difetti, eccezion fatta per il numero di zombie presenti contemporaneamente su schermo. Se da un lato tale caratteristica riesce a impressionare, il rovescio della medaglia è costituito da cali di framerate abbastanza significativi, non solo su console ma anche su PC.

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Commento finale

Difficile giudicare a dovere un titolo come Dead Rising 2: Off the Record. Le aggiunte introdotte da Capcom danno sicuramente ulteriore valore al gioco base (se così possiamo chiamarlo) visto durante lo scorso autunno, ma non al punto da meritare il prezzo che a inizio recensione definivamo come né budget, né pieno. L’evidente intenzione di Capcom di battere il ferro finché è caldo potrebbe quindi rivelarsi un pericoloso boomerang non solo per l’azienda giapponese, ma anche e soprattutto per i giocatori, che potrebbero ritrovarsi nei prossimi tempi di fronte a una “edizione totale globale” composta dai due giochi più i DLC: paura a quanto pare sempre più diffusa anche sul web, conoscendo Capcom. Pur conservando i difetti storici della serie (sistema di controllo su tutti), Off the Record riesce comunque a divertire e può essere sicuramente straconsigliato a chiunque non abbia giocato a Dead Rising 2, così come a chi ha ormai fatto di Dead Rising uno dei propri titoli preferiti. Lo stesso tipo d’entusiasmo va inesorabilmente a raffreddarsi rivolgendoci a chi ha comprato e giocato l’avventura di Chuck Greene, ma non si ritiene un accanito fan di questa serie.

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Cosa ci piace

Cosa non ci piace

  • Ritorno di Frank West e modalità Sandbox
  • Dead Rising è sempre divertente
  • Nuove armi e modi di sterminare zombie
  • Troppo simile a Dead Rising 2
  • Presenza dei difetti di sempre
  • Modalità Sandbox a lungo noiosa

Dead Rising 2: Off the Record – galleria immagini
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