Assassin's Creed: Brotherhood - la recensione

Dopo il suo primo capitolo, la serie Assassin’s Creed è stata vista da molti come un’occasione sprecata da parte di Ubisoft, considerato soprattutto lo straordinario potenziale del mondo creato per narrare l’avventura del protagonista Altair, inficiato da un’esperienza di gioco oltremodo ripetitiva.

Al team di sviluppo va però il merito di essere riuscito l’anno scorso a cambiare le carte in tavola con Assassin’s Creed II, raccontando una storia ancora più intrigante di quella già di ottimo livello del primo capitolo, ma andando soprattutto a dare nuova linfa alle meccaniche di gioco, nettamente meno ripetitive e più godibili, spostando allo stesso tempo gran parte dell’ambientazione tra le immortali Firenze e Venezia, che insieme al carisma di Ezio Auditore hanno reso ACII uno dei giochi più interessanti dell’ultima annata videoludica, nonché di prepotenza uno dei marchi più famosi al momento in possesso di Ubisoft.

Forte di questo successo, quando ancora in giro si parlava dei contenuti aggiuntivi del secondo capitolo Ubisoft ha annunciato una sorta di “Assassin’s Creed 2,5”, nel quale sarebbe tornato Ezio per proseguire la sua storia. Pur trovandoci di fronte a un gioco di sicuro spessore come ACII, in occasione dell’annuncio molte domande sono giustamente state poste sulla possibilità di Brotherhood di entrare sul mercato come gioco a sé e non come espansione, con uno sviluppo-lampo di circa un anno che ne potesse giustificare questo tipo di scelta. Finalmente, è tempo di avere le nostre risposte: prendete le vostre lame e preparatevi a partire, si va a Roma.

THE STORY SO FAR
Fatte le dovute premesse riguardanti il contesto in cui Assassin’s Creed: Brotherhood arriva nei negozi, possiamo lanciarci all’interno del gioco grazie alla versione Xbox 360 in nostro possesso. La trama riprende esattamente dove avevamo lasciato il nostro Ezio, in quel di Roma dopo aver regolato i propri conti con la famiglia Borgia ed essersi impossessato del Frutto dell’Eden. Tornato a Monteriggioni, Ezio si prepara a vivere un lungo periodo di pace organizzando feste e dando una mano allo zio Mario nel migliorare la fortificazione della città grazie ai cannoni. Ma la pace per gli Auditore dura giusto il tempo di una folata di vento, visto che ben presto Ezio si ritrova al proprio risveglio nel mezzo di un attacco ad opera dell’esercito di Cesare Borgia, venuto con intenzioni tutt’altro che amichevoli: ne risulterà uno scontro disastroso per gli Auditore, che nuovamente alla ricerca del Frutto e costretti a fuggire da una Monteriggioni semidistrutta. Ezio, uscito dal conflitto ferito e privo di tutto il proprio arsenale, dovrà nuovamente fare i conti con la propria sete di vendetta recandosi nella città del Papa per sistemare i Borgia una volta e per tutte.

Le principali ambientazioni del capitolo precedente scompaiono (o quasi) per lasciare posto al cuore d’Italia, dove Ezio arriva per scoprire ben presto che la città è completamente assoggettata al potere dei Borgia. Per sconfiggere il nemico quindi, capisce di dover prima di tutto conquistare il popolo, portandolo dalla propria parte attraverso un sistema simile a quello manageriale visto per abbellire Monteriggioni in ACII, ristrutturando negozi, monumenti e tutto quanto possa contribuire a restituire alla città eterna la propria bellezza, portando allo stesso tempo a sé l’appoggio di alcuni cittadini, che non esiteranno a schierarsi con Ezio nei combattimenti. Se il sistema di restauro è cosa già vista, la novità è invece costituita dalla presenza di alcune torri di guardia di proprietà dei Borgia, dove Ezio può recarsi per assassinarne il capitano e dare fuoco all’intera struttura, rendendo così la zona circostante libera dall’influenza della famiglia nemica e disponibile per gli investimenti da parte degli Assassini. Un notevole passo in avanti in termini di varietà dell’azione di gioco, nonché per quanto riguarda la longevità: sotto quest’ottica quanto appena descritto va a unirsi ad alcuni elementi già visti in ACII come la raccolta delle piume e altri tipi di collezioni, ai quali bisogna aggiungere anche la presenza di obiettivi secondari per ogni missione, che ci portano a completare la sincronizzazione al 50% o al 100%, spronando così il giocatore a riprovare la fase appena superata nel verificarsi del primo caso.

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VITA DA ASSASSINO
Una novità particolare nella lotta di Ezio contro i Borgia è costituita dalla possibilità di reclutare tra le proprie fila persone normali e portarle a diventare degli Assassini veri e propri, ai quali ricorrere in alcune occasioni quasi come se fossero un vero e proprio attacco speciale. Il loro addestramento può avvenire direttamente sul campo, oppure inviandoli in missioni all’estero, ognuna delle quali in grado di offrire una ricompensa alla causa della gilda. Se ogni nuova introduzione nelle meccaniche di gioco è la benvenuta, questa in particolare offre sicuramente un diversivo ai combattimenti, i quali dal canto loro – che piaccia o no – sono rimasti così come visti nel secondo capitolo della serie: l’intelligenza artificiale dei nemici come sappiamo non è il massimo che si possa desiderare, mentre le truppe nemiche arrivano sempre nella solita formazione con soldati semplici ed energumeni in corazza, tra i quali svolazzare e schivare colpi senza particolari patemi d’animo.

Ma chi cerca le sfide impossibili sa già di non poterle trovare nella modalità singola di Assassin’s Creed, votata più all’avventura e all’ampio respiro offerto dalla sua struttura completamente aperta, aiutata nel caso di Brotherhood dalla vastità offerta da Roma. In questo contesto troviamo i tesori di Romolo, che attraverso alcune fasi prettamente platform offrono un’ulteriore possibilità di divergere dalla trama e dalle meccaniche di gioco principali, in maniera simile a quanto visto in ACII con le tombe degli Assassini. Ma davvero l’esperienza di gioco di Brotherhood si dimostra più che matura in ogni suo aspetto, facendo leva anche sul gradito ritorno di Leonardo da Vinci e delle sue invenzioni, utile pretesto per deviare ulteriormente dalle meccaniche di gioco di base per andare anche a scoprire altre ambientazioni, alcune delle quali già conosciute, ma altre tutte da vedere andando in giro per la nostra penisola.

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FARLO IN COMPAGNIA
La più grande novità introdotta in Assassin’s Creed: Brotherhood è però certamente la sua componente multigiocatore, presente per la prima volta assoluta all’interno della serie e probabilmente da sola sufficiente a giustificare l’arrivo di questo gioco sul mercato come prodotto a sé stante. Chi si aspettava una specie di contentino alla parte di comunità che invocava il multiplayer a gran voce, troverà una volta collegato online tutto un altro mondo con il quale andare avanti per ore e ore aggiuntive di gioco, grazie a una serie di modalità studiate dagli sviluppatori per durare nel tempo. Svestiti i panni di Ezio abbiamo la possibilità di scegliere tra alcune classi di personaggi come ladri, cortigiane e così via, facendo il nostro ingresso nelle mappe appositamente studiate: il giocatore diventa così bersaglio e assassino, facendo il proprio ingresso in un sistema di gioco in grado di tenere costantemente in tensione, tra nascondigli e fughe da chi ci dà la caccia nel tentativo di andare a nostra volta a colpire il nostro obiettivo.

Il tutto ha alle spalle un sistema di crescita del personaggio, con il quale ottenere nuove abilità ed equipaggiamenti fino a un massimo di 50 livelli. Volendo obiettare qualcosa alla modalità multigiocatore possiamo dire di aver visto una mancanza di bilanciamento nelle partite, che quindi ci portano a fronteggiare anche appena entrati al primo livello persone già avanti col proprio personaggio: la speranza ovviamente è quella che Ubisoft possa andare ad aggiustare il tiro con qualche patch nei prossimi tempi, espandendo anche una componente online che comunque già così com’è si fa pienamente godere.

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QUANTO SEI BELLA ROMA
Dal punto di vista tecnico, Assassin’s Creed: Brotherhood è una gioia per gli occhi soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione della Roma del 1500, così come già visto per Firenze e Venezia nel capitolo precedente. Tutti gli edifici sono stati costruiti con doverosa attenzione ai particolari, ed è davvero frequente che capiti di rimanere qualche secondo incantati ad ammirare il paesaggio da un’altura guardando il Colosseo o il Pantheon. Leggermente al di sotto, ma comunque migliorati rispetto al secondo capitolo, animazioni e modelli dei personaggi, meno esaltanti rispetto all’assoluta protagonista di questo gioco, Roma, in grado di fare egregiamente il suo lavoro grazie a un sistema di effetti luce e all’alternanza giorno/notte. Volendo trovare il pelo nell’uovo, il motore di gioco si trascina ancora appresso qualche problema di tearing di troppo, soprattutto nelle azioni più concitate. Assolutamente nulla da dire invece sul sonoro, magnificamente all’altezza di questo gioco con una colonna sonora di primissimo livello, alla quale si unisce ogni tipo di effetto ambientale che si possa immaginare di trovare girando tra le vie della città. Il doppiaggio, con voci in italiano, è anche stavolta ottimo e comprende accenti e modi di dire locali che non mancheranno di divertire soprattutto noi Italiani per ovvi motivi.

COMMENTO FINALE
Dopo averci regalato Firenze, Venezia e anche Forlì, la serie si sposta nella città storicamente più importante del mondo, Roma, regalando un’esperienza di gioco degna di essere annoverata tra quelle più interessanti degli ultimi anni. Se non dovesse bastare la possibilità di avere nuovamente ore e ore di gioco da passare in compagnia di Ezio, gli sviluppatori hanno creato anche un sistema multigiocatore da tenere presente come possibile nuovo passatempo preferito per le proprie partite via Internet. Assassin’s Creed: Brotherhood è un titolo che praticamente tutti dovrebbero giocare, a patto naturalmente di aver prima finito Assassin’s Creed II (non vi preoccupate, il primo ve lo abboniamo) e di essere disposti a immergersi totalmente nella guerra tra Assassini e Templari, in attesa di vedere il prossimo capitolo della serie in cui impersonare – si spera – finalmente Desmond nei giorni nostri.

Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Modalità singola sempre più avvincente
  • Multigiocatore di primissimo livello
  • Roma è semplicemente stupenda
  • Chi cerca sfida e difficoltà sarà deluso
  • Partite online da bilanciare

Assassin’s Creed: Brotherhood – galleria immagini
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