Top Spin 3: la recensione

Si attendeva con ansia la risposta di 2k Sports dopo il rilascio di Virtua Tennis 3, avvenuto lo scorso anno. Eppure tutti sanno quanto i due titoli, pur trattando lo stesso sport, si muovano su due binari assolutamente differenti. Ecco allora che tutto assume un senso: l’approccio prettamente arcade del titolo targato Sega contro quello decisamente più simulativo della serie Top Spin.

A conti fatti potrebbe solo trattarsi di preferenze, di semplici simpatie verso l’una o l’altra tipologia di gioco, eppure scopriremo – con enorme sorpresa, in primis, dei vecchi appassionati di Virtua Tennis – che Top Spin 3 dice ben altro; infrange le solite e “scontate” catalogazioni attraendo su di sé un’attenzione particolare, alla quale in pochi potranno sottrarsi… a meno che non odino il tennis!

NIENTE “BRACCINO” PER 2K SPORTS

Diamo inizio a questa nostra analisi soffermandoci su ciò che, a primo impatto, ha da offrire questo terzo capitolo della serie. Difatti, sono svariate le modalità di gioco in cui cimentarsi e dare prova di sé stessi.

Prima tappa consigliata è senza dubbio la sezione dedicata all’allenamento: questa modalità darà la possibilità, tanto agli esperti quanto ai neofiti, di prendere confidenza sia con i colpi basilari che, in un secondo momento, con quelli speciali, passando attraverso numerose prove mediante le quali (si spera!) si possa cominciare ad acquisire un’infarinatura delle innumerevoli meccaniche del gioco. Non mancheranno consigli atti a far comprendere meglio quanto richiesto, ma – come spesso accade – sarà indubbiamente la pratica a fare la differenza.

Chiarita questa interessante novità, passiamo alle altre opportunità che Top Spin 3 ci offre: potremo infatti disputare dei semplici incontri a mo’ di Amichevole, o intraprendere un vero e proprio Torneo tra i numerosi disponibili – e su tutte le superfici. Come sempre però, vero pezzo forte dell’intera offerta risulta essere quella Carriera, talmente longeva e coinvolgente, da giustificare da sola l’acquisto.

Tutto ciò sarà possibile solo successivamente alla creazione del proprio alter ego virtuale nell’apposita sezione: è davvero stupefacente realizzare il livello di customizzazione raggiunto dall’editor di questo gioco. Potremo dilettarci a creare qualsiasi personaggio nei modi più svariati e inimmaginabili, frutto di una quantità di opzioni disponibili davvero sopra la media, che vanno ad incidere su viso, corporatura, acconciatura e quant’altro.

Una volta speso il tempo necessario per dare vita al tennista (o alla tennista) che più ci aggrada, possiamo buttarci a capofitto sulla Carriera di cui accennavo prima. Chiaramente cominceremo dal basso, partendo come Dilettante per poi diventare Sfidante, poi Junior ed infine Professionista a tutti gli effetti. E tra un incontro e l’altro, potremo pure fare visita presso i vari negozi a disposizione: per rimpolpare il nostro guardaroba, per cambiare racchetta, o semplicemente per dare una ritoccata al nostro look.

Il roster di tennisti reali a nostra disposizione vanta nomi del calibro di Federer, Roddick, Nadal (quest’ultimo soltanto nella versione PS3 però), Sharapova, Henin e Mauresmo, giusto per citarne alcuni.

Con questi potremo disputare non solo tornei o amichevoli contro la CPU, ma anche match online a più non posso. Difatti, Top Spin 3 vanta pure un solido multiplayer, degno di quanto offre in singolo e capace di andare incontro anche alle esigenze dei più “competitivi”. Non a caso, possiamo dedicarci a semplici incontri senza pretese – giocando con amici o chi per loro – oppure fare sul serio sfidando l’intera comunità in partite classificate mediante le quali si accede al cosiddetto World Tour.


GAME, SET AND MATCH!

Nonostante tutte le interessanti implementazioni appena esposte, dove Top Spin 3 fa davvero la differenza è proprio una volta scesi sul campo. Il livello di simulazione raggiunto in questo capitolo tocca davvero punte ineguagliate sino ad ora, e per rendercene conto basterà davvero poco. Anzi… per i meno avvezzi a questo genere di approccio, oserei dire che l’impatto risulterà “devastante”. Nessuno, però, si lasci scoraggiare: tale definizione assumerà un’accezione assolutamente positiva non appena si avrà preso maggiore confidenza con le varie meccaniche di gioco.

Come ho scritto poco sopra, il nostro primissimo cruccio dovrà essere quello di recarci nella sezione dedicata all’allenamento, dove potremo non solo apprendere le basi, ma cominciare a farci un’idea di cosa certe componenti richiedano nello specifico. Lo stampo altamente simulativo, infatti, implica un lieve disorientamento iniziale, che varia a secondo della propria attitudine a questo genere.

Nelle prime battute troveremo difficoltà non tanto nel tenere la pallina in campo (come succedeva con Top Spin 2), bensì a capire proprio quando colpirla. Non a caso le tre parole chiave sono: tempismo, riflessi e coordinazione. Chi non avesse intenzione di affinare questi tre aspetti, sappia che avrà vita molto dura nel prosieguo del gioco; trattasi di elementi imprescindibili.

Alla luce di queste ultime considerazioni, assume maggior rilevanza la fase d’allenamento, in cui, a differenza dei normali incontri, avremo a disposizione svariati indicatori volti a segnalare il livello di potenza, precisione e tempismo. Questo passaggio potrebbe rivelarsi fondamentale ai fini della corretta lettura dell’intero gameplay.

Tutto ciò, però, non deve assolutamente dissuadere nessuno anche dal solo intento di provare a cimentarsi a questo gioco: fatte proprie talune fattispecie, non si potrà far altro che tendere al miglioramento e gioire anche di piccoli colpi andati in porto, che magari, fino a qualche istante prima, risultavano impensabili.

Ulteriore elemento che arricchisce la già corposa e riuscita giocabilità, è senza dubbio l’utilizzo dei grilletti per infondere un certo effetto o una certa potenza al colpo – uniti chiaramente alla pressione di uno dei tre tasti deputati a colpire la pallina. Col grilletto sinistro potremo effettuare colpi precisi con strani ed interessanti effetti. Con quello destro, invece, avremo la possibilità di dare maggiore potenza al nostro colpo, rendendolo davvero insidioso. In entrambi i casi, la resa è direttamente proporzionata alla nostra abilità: difatti, sino a che non si riuscirà a padroneggiare a dovere l’utilizzo dei grilletti, il più delle volte il risultato sarà disastroso, con pallina a rete o addirittura fuori dal campo.

Stessa dinamica presenta pure il servizio, anche se risulterà un po’ ostico mettere la pallina nel punto esatto desiderato – ma a questo converrà pensare in un secondo momento, non prima di aver capito come tenere sotto controllo il colpo. Proprio in merito al servizio, è interessante segnalare come ci sia serviti anche dello stick analogico destro per compiere tale azione, e non solo: sempre con questo tasto potremo effettuare delle palle smorzate sotto rete oppure dei lob ai danni dei tennisti più aggressivi.


GRAFICA E SONORO

Sembra che i ragazzi di PAM Development abbiano recepito tale messaggio, scagliatogli a più riprese in seguito al rilascio del precedente capitolo, Top Spin 2. Le migliorie grafiche in questo caso ci sono e sono di tutto rispetto: animazioni più coerenti e definite, textures assolutamente next-gen e volti mozzafiato.

Ma è nelle piccole cose che Top Spin 3 riesce ad incrementare la propria resa visiva. Sarà strabiliante assistere, infatti, alla sudorazione dei vari tennisti: mentre le gocce toccano il viso oppure impregnano la maglietta creando aloni di un realismo unico; zigomi che si arrossano per la fatica e capelli che si scompigliano; alternarsi delle varie condizioni climatiche in tempo reale – di particolare impatto le nuvole passeggere che coprono il campo per poi scomparire e lasciare spazio ad un sole splendente, con relativi effetti di luce decisamente magnifici.

Di contro, possiamo segnalare piccole magagne quali lievi compenetrazioni di poligoni, che investono i tennisti ed il proprio vestiario: nulla di così compromettente comunque, anche perché questo sembra essere un problema di cui ancora parecchie produzioni soffrono.

Il sonoro si divide in due: le musiche dei menu sono state selezionate veramente bene, ma durante le partite si nota una scarsa partecipazione del pubblico e, soprattutto, duole segnalare che le voci dei tennisti non sono quelle reali (al contrario di Virtua Tennis 3). Niente urletti softcore della Sharapova o richiamo da cavernicolo di Nalbandian, dunque.


PS3 Vs. X360

Le due versioni per console HD da noi provate sono identiche quasi in tutto, tranne che per alcuni piccoli particolari. La versione Sony può vantare, come già detto in precedenza, l’esclusiva presenza di Rafael Nadal. Stranamente, però, su PlayStation 3 si possono notare caricamenti sensibilmente più lunghi che su Xbox 360, cosa parecchio strana visto che il gioco viene installato su hard disk. Ma visto che la stessa cosa accade anche con Grand Theft Auto IV e altri titoli ancora, cominciamo a pensare che forse c’è qualche magagna da risolvere a livello di firmware.

Il gioco è disponibile anche nelle versioni Wii e DS, che però non abbiamo potuto provare.

COMMENTO FINALE

Che dire… alla domanda “chi è attualmente l’incontrastato Re dei giochi di Tennis?”, personalmente mi sento di rispondere con discreta sicurezza: Top Spin 3. Il titolo pubblicato da 2K Sports ha non solo il merito di offrirci qualcosa che esula dal semplice “giochino sportivo senza pretese”, ma pure quello di essersi rinnovato e decisamente migliorato – cosa che, purtroppo, Virtua Tennis non è riuscito a fare allo stesso modo, rimanendo ancora eccessivamente legato al proprio, seppur glorioso, passato.

Se è vero che per poter godere a pieno di quest’ultimo lavoro targato PAM Development necessiterà un solido apprendistato, è anche vero che il gioco saprà regalare il giusto corrispettivo alla fatica spesa, retribuendo a dovere chi vi si dedicherà senza riserve. Macinando incontro su incontro, si avrà realmente l’impressione che ogni match sia diverso dall’altro, e che quindi necessiterà adattare il nostro gioco all’avversario che ci troveremo dinanzi di volta in volta.

Pur disponendo di meccaniche molto profonde, Top Spin 3 giova anche di un restyling grafico notevole, al passo con le altre produzioni (specie sportive) apparse sino a questo momento in questa generazione. Di conseguenza, l’acquisto è consigliato a tutti: un must per gli appassionati di quel fantastico sport che è il tennis, e un titolo da giocare per tutti gli altri… a patto di essere pazienti e clementi sia col gioco che con i vostri stessi limiti. Al fine, chiaramente, di superarli.

SECONDA OPINIONE

Ci voleva. Questo è proprio un gioco che ci voleva. Top Spin 3 è come un fulmine a ciel sereno: per la prima volta nella storia videoludica qualcuno ha avuto il coraggio di creare un vero e proprio simulatore di tennis, centrando in pieno l’obiettivo. Prima c’erano solo arcade con timidi elementi simulativi (lo stesso Top Spin 2 faceva parte di questa categoria). Ora c’è Top Spin 3.

Ostico da padroneggiare, il gioco dei PAM Developement sta agli antipodi rispetto a Virtua Tennis 3, il suo concorrente diretto. L’immediatezza e la dolcissima curva di apprendimento viste nel titolo Sega sono lontane anni luce. Qui sono richiesti impegno e abilità anche solo per colpire una semplice pallina. Certo non è detto che i più smaliziati non riescano a fare i primi scambi dopo pochi minuti di apprendistato, ma per assimilare bene le meccaniche e cominciare a giocare alla grande la sfida è piuttosto ardua. E appagante.

Top Spin 3 ha i suoi difetti, fra i quali la modalità carriera non straordinaria, la mancanza di alcuni tennisti di spicco (Djokovic, Ivanovic e le sorelle Williams dove sono, ad esempio?) e un editor dei personaggi troppo scarno, ma i puristi e gli appassionati di tennis come me non possono che gioire e godersi questa perla inaspettata.

Spero vivamente che le vendite giustificheranno un Top Spin 4, e che la PAM abbia il coraggio di insistere ancora su questa formula, tanto audace quanto fresca e solida. Chi cerca qualcosa di immediato e subito fruibile, però, forse farebbe meglio a rivolgersi altrove, verso lidi più amichevoli e rassicuranti.

David

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